Nobiltà e Giustizia
Ogni nobile con terre (
Barone o Principe) ha il diritto e il dovere di amministrare la giusti-zia all'interno del suo dominio. Di tutte le prerogative nobiliari questa è probabilmente la più importante, oltre naturalmente all'esazione delle tasse. In teoria è il nobile in persona che prende ogni decisione e risolve ogni disputa; tutte le
condanne vengono inflitte su sua indicazione e in suo nome. Nella realtà dei fatti nessun nobile riesce a trovare il tempo per occuparsi di tutti i crimini e le controversie, e quindi spesso delega l'incarico a un uomo di sua fiducia, un veterano o un ufficiale militare (personaggio con
Autorità nella
Carriera di guerriero), oppure più tipicamente un
Cavaliere.
Questo inviato può applicare la
legge, imprigionare liberi e nobili, ed emettere condanne nel nome del
Barone, ma risponde sempre personalmente di tutti gli errori di giudizio che commette, anche con la vita se le conseguenze di questi errori sono gravi. Inoltre porta con sé un anello, uno scettro o un documento scritto fornitogli dal nobile che attesta i suoi poteri e i suoi doveri.
In tutte le Terre Spezzate, qualunque uomo libero (ma non un
Infame) ha diritto a chiedere giustizia al
Barone se ritiene che il
Cavaliere delegato lo stia condannando ingiustamente. Quindi, soprattutto nei casi più gravi, il
Barone si trova a dover pronunciare l'ultima parola; quasi sempre conferma il giudizio del suo incaricato.
Un condannato di rango sociale Cavaliere o superiore, può invocare la clemenza del Principe, scavalcando il giudizio negativo del Barone, e quindi la
Giustizia del Re, se nemmeno il Principe gli dà soddisfazione. Di rado questa trafila viene portata avanti, perchè il Principe e la
Giustizia del Re solitamente danno ragione al Barone, e inoltre aggiungono una condanna per
Ingiuria a chi ha osato disturbarli e insultare, mettendo in dubbio il loro operato, i nobili che lo hanno condannato.
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[1] "
- ^ sostiere Ser Pinco Pallino, cavaliere valniano